OAR@UM Collection:
https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/41691
2024-03-29T14:27:44ZScritture maltesi contemporanee
https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/109138
Title: Scritture maltesi contemporanee
Abstract: Perché Malta? O meglio, perché, parafrasando le parole di più di una persona,
una studentessa della facoltà di lettere di Roma decide di interessarsi alla letteratura di
un posto tanto piccolo?
Tale domanda mi è stata posta più volte nel corso dei cinque mesi di ricerca con
una curiosità ed uno stupore che non hanno potuto non colpirmi e che, in maniera
inconsapevole, mi hanno fornito, sin dall'inizio, un prima fondamentale traccia sulle
modalità di percezione locali del proprio presente e passato culturale, modellate dalla
coscienza di un contesto di dimensioni spaziali ristrette e drasticamente limitate e dalla
storia letteraria descritta come breve e relativamente semplice. Nell' incredulità dei
miei informatori traspariva inoltre un altro aspetto che avrei poi riscontrato in seguito:
il peso che la personificazione di una certa alterità, sia che essa assuma l'aspetto di una
nazione specifica, di un movimento letterario o di un'istituzione, nel mio caso una
importante università, riveste nel conferire importanza, influenza e raccordo alla
propria connotazione socio-culturale e come spesso la sua forte presenza e il doversi
relazionare con essa trascinino con sé una scomoda consapevolezza, quella di un
sotterraneo ma, a quanto pare, sempre presente, senso di inadeguatezza derivato, il più
delle volte, dall'essere, come già detto, un paese di piccole dimensioni e scarsamente
rilevante sul piano internazionale.
Tutto ebbe inizio dalla volontà di comprendere uno specifico contesto culturale,
che fosse all'interno dell'area mediterranea, attraverso le sue espressioni letterarie e i
suoi autori contemporanei. Tanto l'antropologia quanto la letteratura infatti si
configurano come esplorazioni e rappresentazioni di un medesimo soggetto e "forme di un unico discorso sull'uomo" (Dei, 1993: 59). Se nei loro esordi gli studi antropologici
hanno tentato di marcare una netta separazione disciplinare nei confronti del discorso
letterario, caricandosi di "preoccupazioni epistemiche" e metodi rigorosi, col tempo è
stato sempre più difficile celare quella "affinità elettiva" che da sempre le lega, tanto dal
punto di vista dello stile che da quello dei contenuti.
Negli ultimi decenni l'interesse degli antropologi nei confronti dei testi letterari
è stato sempre più marcato, non solo a causa delle continue e reciproche interferenze
tra la moderna antropologia e la letteratura modernista (Manganaro, 1990: 3-47) ma
anche per la possibilità di utilizzo dei testi letterari come veri e propri documenti
etnografici esplicativi del contesto sociale del loro autore, pur con tutte le cautele che
tale indagine esige. Occorre infatti ricordare sempre che tali fonti, oltre a non essere
prodotte con il fine specifico di fornire informazioni, sono anche il risultato di un
continuo e fluido intreccio di finzione e realtà.
Ma è soprattutto con l'irreversibile crisi del realismo etnografico e della sua
paradossale pretesa di distacco, oggettività e verosimiglianza che il contatto tra le due
discipline si è rivelato assai proficuo. Tesa verso la ricerca e la sperimentazione, ormai
da qualche tempo, di ulteriori modalità di rappresentazione di quella che è
fondamentalmente un'esperienza personale e soggettiva, l'antropologia ha intrapreso
un paziente lavoro di "decostruzione" della propria scrittura "smascherando le sue
pretese mimetiche e svelandone le strutture testuali profonde attraverso gli strumenti
dell'analisi retorica e narratologica" (Dei, 1993: 73) finendo con il pervenire a tutta una
serie di nuove forme rappresentative:
nascono così etnografie di impianto autoriflessivo [ ... ] incentrate cioè attorno alla soggettività
come momento unificante dell'esperienza di incontro interculturale. E ancora nascono testi di
tipo 'dialogico' e 'polifonico', in cui l'autore rinuncia al ruolo di narratore onnisciente, e tenta
di rendere le voci dei suoi interlocutori nativi nella loro integrità, senza cioè parafrasarle e
filtrarle attraverso la propria. [ ... ] Il risultato è un ampio rinnovamento del repertorio
espressivo dell'antropologia e una ripresa a tutto campo [ ... ] del rapporto con la letteratura
(1993: 84).
Se la scelta dell'argomento generico, la conoscenza e la rappresentazione di un
luogo attraverso la propria letteratura, non pareva quindi destare problemi e
permetteva di confrontarsi con le più recenti problematiche del discorso antropologico
e di poter inoltre realizzare un approccio essenzialmente dialogica, polifonico e
narrativa, quella del luogo si prospettava invece assai ampia e per nulla semplice.
Description: M.A.2005-01-01T00:00:00ZUn' isola due isole : la società maltese e il rito dello spirtu pront
https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/109128
Title: Un' isola due isole : la società maltese e il rito dello spirtu pront
Abstract: Questo studio si basa su di un lavoro di ricerca sul campo
svolto a Malta tra la metà di gennaio e la fine di marzo 2003.
Non tutto il materiale raccolto durante questo periodo è entrato
nella stesura della tesi, ma è stato necessario operare una
significativa cernita, dati i limiti di spazio connaturati ad un
lavoro di questo tipo. Prima di iniziare una descrizione che
riguarda fondamentalmente le mie conclusioni sulla ricerca
svolta, vorrei spendere qualche parola sui principi e i metodi
che mi hanno guidato durante il periodo sul campo. Essi infatti
non necessariamente traspaiono tra le righe del documento
scritto, tuttavia ritengo siano di importanza quantomeno pari a
quella delle conclusioni raggiunte, nonché siano la necessaria
premessa per comprendere il percorso che a tali conclusioni ha
portato, e vadano insieme ad esse valutate.
Sono partito per Malta con le nozioni di base riguardanti la
musica tradizionale, raccolte tramite qualche articolo e un sito
Internet: conoscevo a grandi linee il tipo di fenomeni cui mi
sarei trovato di fronte, ma non volevo giungere sul posto con
delle idee già formate, con concetti e interpretazioni sussunte
da testi scritti, prima che l'occhio e l'orecchio avessero esperito
direttamente quello che sarebbe stato l'oggetto del mio studio.
D'altra parte durante il periodo della preparazione logistica del
mio viaggio avevo anche avuto qualche colloquio telefonico con
alcuni Maltesi, tra cui un musicista (Renzo Spiteri) e un
etnomusicologo (Philip Ciantar), e avevo già cominciato ad
entrare in contatto tramite la loro viva voce con alcuni aspetti
della realtà della musica tradizionale maltese.
Il mio lavoro di indagine è cominciato fin dal viaggio
aereo: dopo aver seriamente rischiato una collisione con un
altro velivolo, il nostro apparecchio ha stazionato per un certo
tempo sulla pista, immobile, e la condivisione del pericolo
appena corso ha favorito la socializzazione: ho cominciato a
parlare con il mio vicino, un Maltese, che si è mostrato piuttosto
incuriosito delle ragioni che mi portavano nella sua isola, e mi
ha fornito le prime informazioni dal vivo sull'għana maltese:
niente di molto approfondito, ma le sue indicazioni geografiche
si sono poi rivelate esatte. Il posto dove sarei stato per le prime
due settimane, Qawra, in una zona parecchio turistica nel nord
dell'isola, non era un luogo molto indicato per assistere alle
performance canore dei Maltesi, molto più diffuse nei villaggi
meridionali, decantati luoghi natali di molti cantanti del passato
e del presente. Le informazioni utili alla mia ricerca in quel
viaggio non si sono fermate a questo incontro, perché anche la
rivista mensile prodotta dalla compagnia aerea maltese,
insieme alle usuali informazioni turistico-culturali, conteneva nel
numero di gennaio un articolo sull'għana, che me ne ha
mostrato le prime immagini "ufficiali", esibendolo come
fenomeno di colore locale, come folklore nazionale, in mezzo
alle altre attrattive turistiche [...]
Description: M.A.2004-01-01T00:00:00ZIntroduction to the philosophical thought of Nicola Zammit
https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/101198
Title: Introduction to the philosophical thought of Nicola Zammit
Abstract: In setting out to write this short work on Nicola
Zammit, I do not intend to overrate his importance. He is
little known in Maltese philosophical circles end even less
abroad. However there are various reasons which justify
this short work on Zammit.
The fact that very little has ever been written on
Zammit and his works would partly justify this work (1).
The fact also that he taught philosophy at the University
of Malta for fourteen years (1876-1890) adds to the importance
of our author. It is by treating of Zammit's works that we
may gather some knowledge of the philosophical formation
of the many young Maltese who undertook tertiary education
during his time. But there are more valid and important
reasons for undertaking this work. The first is that through
this study of Zammit we also get an idea of the developments
and tasks of European philosophy during the second-half of
the last century. And finally, Zammit was a philosopher
and as such should merit the attention of those interested
in this field.
Description: PH.D.1983-01-01T00:00:00ZPortraiture on Roman historical relief up to the age of Septimius Severus
https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/101112
Title: Portraiture on Roman historical relief up to the age of Septimius Severus
Abstract: The purpose of this thesis is to bring together and study all
the portraits, Imperial and otherwise caved on a selection of the
most important Roman commemorative reliefs from the earliest surviving
specimen to the reign of Septimius Severus. The reliefs are examined singly in chronological order in the main section of the thesis. In order to establish more objectivity which
of the figures deserve to be considered as portraits, a survey is made,
wherever possible, of all the figures. These are examined in the light
of a set of criteria laid down in the introduction, such as a function,
position and individualized features. Characterization and individualization
in facial features are emphasized by comparison with the standardised
facial types of the non-portrait figures. Wherever portrait identification
have been previously proposed, their validity is investigated. In
those cases where identifications are already established by means of
other existing portraits on coins and in the round, comparisons are
made in order to detect which of the known types are followed and to
underline the iconographic, stylistic and technical differences.
Controversial datings of the reliefs and the monuments to which
they belong are also discussed against any chronological data provided
by their portraiture.
The survey is preceded by an introduction which sets down the
method of investigation and the criteria used in order to distinguish
portrait from non-portrait figures. In the conclusion these figures
are classified and their development outlined. A discussion of a number
of problems emerging from the study of single reliefs is also included.
Description: PH.D.ARCHAEOLOGY1975-01-01T00:00:00Z