Spazi Veneziani nelle prime riscritture letterarie della tragica vicenda del Doge Marino Faliero

Abstract

La fine del Settecento e l’inizio del secolo successivo videro un rinnovato interesse per la storia della Repubblica di Venezia. Il declino e le tumultuose vicende che segnarono la fine della Serenissima attirarono l’attenzione di diversi artisti e scrittori, già affascinati dallo splendore e dal potere evocativo dei luoghi più conosciuti della città lagunare. Dai saggi storici a loro contemporanei sull’argomento, essi attinsero aneddoti e interpretazioni dai quali trassero ispirazione per le proprie opere, riscrivendo gli eventi medievali alla luce della propria prospettiva artistico-culturale. Uno dei fatti storici riportati alla luce, che riscontrò grande interesse, fu la tragica vicenda del doge Marino Faliero, decapitato per alto tradimento nel 1355. Scrittori come E. T. A. Hoffmann e Lord Byron, assieme ad altri letterati di diversi paesi, trassero ispirazione dal triste avvenimento e lo rivisitarono secondo la propria sensibilità. A modo loro, a seconda della propria conoscenza della città, tali scrittori intrecciarono la storia con i luoghi dove si svolsero i fatti, conferendo ad essi un valore simbolico e una carica evocativa particolare.