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Title: Paura corsara e problemi di difesa nel Regno di Sardegna tra cinque e seicento
Other Titles: Mediterranean seascapes : proceedings of an International Conference held in Malta in conjunction with Euromed Heritage II, Navigation du Savoir Project (Valletta, 2004)
Authors: Murgia, Giovanni
Keywords: Pirates -- Italy -- Sardinia
Privateering -- Italy -- Sardinia
Piracy -- Mediterranean Sea -- History
Issue Date: 2006
Publisher: Malta University Publishers Ltd.
Citation: Murgia, G. (2006). Paura corsara e problemi di difesa nel Regno di Sardegna tra cinque e seicento. In S. Mercieca (Ed.), Mediterranean seascapes : proceedings of an International Conference held in Malta in conjunction with Euromed Heritage II, Navigation du Savoir Project (Valletta, 2004) (pp. 205-247). Msida: Malta University Publishers Ltd.
Abstract: Nel giugno del 1519, nella Dieta di Francoforte, Carlo V d’Asburgo veniva proclamato imperatore di un Regno vastissimo che si estendeva dall’Europa fino alle lontane Americhe, con il riconoscimento quindi dell’esercizio e del controllo di un potere territoriale estesissimo, anche se incrinato da molte contraddizioni di carattere politico, culturale e soprattutto religioso. Nell’Impero, infatti, erano molti e non di facile risoluzione, i problemi che dovevano essere affrontati con urgenza ma allo stesso tempo con estrema prudenza. Ma erano soprattutto due i problemi che nell’animo dell’imperatore suscitavano maggiore apprensione: quello religioso e quello turco, anch’esso comunque palesemente condizionato dalla diversa cultura religiosa, quella islamica. L’unità religiosa era condizione determinante per la sopravvivenza dell’Impero, per la saldatura della sua area germanica con quella italiana e borgognona, oltre che, e soprattutto, con quella spagnola: di qui la pressione di Carlo V per la convocazione di un Concilio, inteso quale elemento di conciliazione o almeno di compromesso fra cattolicesimo romano e protestantesimo. Ben più preoccupante si manifestava invece il problema turco in quanto costituiva una seria minaccia per l’Europa cristiana. In questi anni l’espansione dei turchi ottomani, che nel 1529 minacceranno la stessa città di Vienna, introduceva un fattore antagonistico all’Europa cristiana. Il che porterà ad un allargamento dei rapporti politici e diplomatici al di là del ristretto quadro europeo, in termini impensabili nel periodo precedente. Lo stesso Carlo V, per reazione ad un’alleanza tattica tra Francesco I di Francia, suo rivale nella contesa per il titolo di imperatore, e Solimano, sultano di Costantinopoli, sarà costretto a intessere rapporti diplomatici con i sovrani persiani, con il malcelato intento di usarli in funzione antiturca. In questo nuovo scenario politico e religioso, lo spirito di crociata, anche se continua ad apparire nel linguaggio delle corti, tenderà nella sostanza gradualmente a scemare. Pertanto Solimano non appare più come un barbaro, il nemico della cristianità civile, ma come un principe potente, oggetto di rapporti diplomatici come tutti gli altri sovrani. Tuttavia il grande avversario di Carlo V rimarrà proprio l’Impero ottomano. Dopo la conquista di Costantinopoli i turchi hanno continuato la propria espansione nel Mediterraneo e nell’Europa orientale fino a controllare progressivamente tutta l’Africa settentrionale, dall’Egitto all’Algeria, l’Anatolia, la Siria, la Mesopotamia, gli stati di Grecia, la Bulgaria, la Romania, le regioni dell’Albania, della Serbia, della Bosnia, parte dell’Ungheria. È quello ottomano un Impero vastissimo che preme sull’Europa. Ma oltre che vasto è anche solido, in quanto molta parte dell’eredità islamica sopravvive, come la doppia dignità di sultano, allo stesso tempo capo politico e militare, e di califfo, capo religioso, riunita nella stessa persona. Nell’organizzazione politica dell’Impero inoltre è stata utilizzata anche l’eredità amministrativa bizantina per cui, di fronte ad un variegato e composito sincretismo di culture e di etnie nessuno spirito di supremazia etnica muove infatti i turchi, che sono pronti a riaffidare a greci, slavi e italiani convertiti le maggiori cariche nell’amministrazione. L’Impero ottomano è inoltre uno stato ricco, grazie ai tributi che raccoglie nelle province soggette ed alle prede di guerra. La sua organizzazione militare risulta assai efficiente ed ha il suo punto di forza nei giannizzeri, truppe reclutate forzatamente in tutto l’Impero, anche Per l’Europa e soprattutto per l’Impero spagnolo esso rappresentava pertanto una seria e costante minaccia tanto più che con Solimano riprendeva la spinta espansionistica dell’Impero turco nel Mediterraneo centro-occidentale. Nel 1522 il sultano sottraeva Rodi ai gerosolimitani, alleandosi con i barbareschi del nord-Africa, dove la Spagna possedeva oramai poche e isolate basi come Orano, dopo aver perso Algeri, ora controllata da un capo locale, Khair-ad-din, detto il Barbarossa, che l’ha trasformata in un centro di pirateria organizzata, base ideale degli attacchi corsari alle rotte mediterranee che rivestivano per la Spagna un’importanza vitale. Da questo momento l’aggressività ottomana tenderà a diventare più pressante. Carlo V, nonostante l’impegno sostenuto in questo settore, nel quale è direttamente coinvolto il suo prestigio di imperatore e di difensore della fede, dovrà registrare le prime gravi difficoltà, anche perché contestualmente dovrà guardarsi le spalle dalla politica filoturca portata avanti dal suo rivale Francesco I, il cui muoversi sul piano politico e diplomatico susciterà non pochi imbarazzi di fronte alla cristianità europea e al pontefice, allarmati e scandalizzati da questa alleanza definita anticristiana e antieuropea.
URI: https://www.um.edu.mt/library/oar//handle/123456789/30525
ISBN: 9990944318
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