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Title: La guerra sul mare : mutazione, tecnologia, tattica e strategia (1550-1720)
Authors: Frasca, Francesco
Keywords: Naval battles -- Mediterranean Region -- History
Navies -- Europe -- History -- 16th century
Navies -- Europe -- History -- 17th century
Navies -- Europe -- History -- 18th century
Sea-power -- Mediterranean Region -- History
Sea-power -- Europe -- History
Sea control
Issue Date: 2017
Publisher: University of Malta. International Institute for Baroque Studies
Citation: Frasca, F. (2017). La guerra sul mare : mutazione, tecnologia, tattica e strategia (1550-1720). Journal of Baroque Studies, 2(1), 141-175
Abstract: Il periodo che va dalla metà del Cinquecento al primo ventennio del Settecento fu caratterizzato dall’influenza del potere marittimo sulla storia e da una mutazione della guerra sul mare. Le lotte per l’acquisizione di zone d’influenza sui territori extra-europei, drammaticamente allargarono l’ambito delle attività oltreoceano e introdussero una competitività più aspra nell’antagonismo delle nazioni. Si era formata quell’economia transcontinentale e transoceanica, sul cui controllo l’Europa si avviava a stabilire la sua egemonia. Le colonie davano le materie prime, i mercantili le trasportavano in patria, dove erano trasformate in prodotti finiti, che erano esportati all’estero, producendo così ricchezza. Per sostenere le colonie e il commercio le nazioni europee dovettero dotarsi di grosse flotte mercantili e di efficienti marine da guerra ovvero disporre di un ‘potere navale’. Così le colonie, gli scambi commerciali e potere marittimo divennero degli elementi interdipendenti, e la guerra sul mare fu una lotta per la libertà delle comunicazioni e per il dominio di quelle dell’avversario. Nell’età mercantilista l’obiettivo strategico delle potenze europee era di difendere il proprio ciclo d’accumulo di ricchezza, e di distruggere quello dell’avversario. Il modo d’attuazione variava secondo la forza militare a disposizione. Si poteva mirare alla completa distruzione del commercio nemico, costringendo l’avversario al blocco nei porti, o ad un combattimento d’annientamento. In caso di mancanza di superiorità marittima l’azione poteva rivolgersi contro il traffico mercantile del nemico, con attacchi e scorrerie, in modo da indebolire la forza dell’avversario costretto ad una difesa dispersiva in attesa di dare battaglia in circostanze favorevoli. Il Mediterraneo aveva perso la sua centralità geopolitica e geostrategìca. Numerosi furono i teatri d’operazione delle guerre navali. Nel Mediterraneo ad oriente si scontrarono Impero ottomano e Venezia; e ad occidente imperversò la pirateria nordafricana alla quale si contrappose la guerra corsara cristiana. Nel Baltico si svolsero conflitti tra Svezia e Danimarca. Nell’Atlantico dal Mare del Nord allo stretto di Gibilterra si riaffrontarono Spagna Olanda Francia ed Inghilterra
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JBS, Volume 2, No. 1 (2017)

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