Tunisian coastal towns (1836-1844). Maltese and “Italians” in contact

Abstract

Questo articolo è frutto della ricerca nell’archivio parrocchiale di Sousse e costituisce una piccola parte del mio lavoro in corso. Passa in rassegna le relazioni tra maltesi e italiani nelle città costiere della Tunisia nel periodo 1836-1844, vale a dire otto anni dopo che il Bey di Tunisi aveva concesso ai cristiani il permesso di fondare parrocchie cattoliche in Tunisia. A Sousse, maltesi e siciliani, tutti caratterizzati da un comune background agricolo e condizioni economiche precarie, hanno iniziato a condividere la vita quotidiana e gli interessi collettivi nel nuovo contesto maghrebino. Siciliani e Maltesi sono diventati in pochi anni protagonisti delle attività commerciali in città. L’archivio parrocchiale di Sousse registra matrimoni misti a Sousse e a Mahdia tra il 1836 e il 1844. Inoltre, è documentato che molti Siciliani assunsero la funzione di padrini dei figli delle famiglie maltesi a Sousse così come i Maltesi furono padrini dei bambini siciliani a Mahdia nello stesso periodo. Sembra, tuttavia, che i Siciliani non abbiano avuto alcun riconoscimento come rappresentanti di comunità religiose a Sousse. Infatti, dei sette frati cappuccini incaricati della parrocchia di Sousse nel periodo 1836-1844, cinque erano italiani, provenienti da diverse regioni ma non dalla Sicilia, mentre due erano maltesi. Questi numeri riflettono una rappresentanza proporzionale nei confronti dei maltesi, ma non rendono giustizia ai migranti siciliani che costituivano una larga maggioranza rispetto agli italiani insediati nella zona in quel momento.