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Title: Il quadro dialettale della Toscana : un'analisi del monologo teatrale ‘Cioni Mario’ di Roberto Benigni
Authors: Caruana, Cheryl (2007)
Keywords: Bertolucci, Giuseppe, 1947-2012. Cioni Mario di Gaspare fu Giulia -- Criticism and interpretation
Monologue
Italian language -- Dialects -- Italy -- Tuscany
Issue Date: 2007
Citation: Caruana, C. (2007). Il quadro dialettale della Toscana: un'analisi del monologo teatrale ‘Cioni Mario’ di Roberto Benigni (Bachelor's dissertation).
Abstract: Nel primo capitolo di questa tesi si darà uno sguardo generale sulla situazione linguistica italiana e si introdurranno anche i termini di maggior rilievo, necessari per poter capire i capitoli successivi. Si vedrà qual è lo status del dialetto e dell'italiano standard. Prima di tutto si presenterà un riassunto della storia linguistica dell'Italia. Essendo l'Italia un paese relativamente giovane (1861), per molti secoli sono mancate tendenze normative con una diffusione nazionale. In più, si ha una situazione diamesica particolare, nella quale il distacco tra la lingua scritta e quella parlata è molto notevole. A ciò, si aggiunge la presenza del fenomeno dell'alternanza tra il dialetto e la lingua standard e si farà dunque riferimento anche a termini appartenenti alla sociolinguistica. E' interessante vedere come il contatto linguistico può provocare influssi quale l'interferenza e la commutazione di codice e come questo si realizza nella realtà parlata, non solo quotidiana ma anche in quella del teatro. Dopo il quadro generale del primo capitolo, si affronteranno le particolarità della regione Toscana. In Italia, il dialetto non ha lo stesso status ovunque. Il secondo capitolo focalizza la situazione storica della lingua in Toscana, per cui il dialetto occupa uno spazio molto peculiare. La Toscana è rimasta una regione molto appartata e perciò ha conservato la lingua nella sua purezza. Non si potrebbe affermare la stessa cosa per quanta riguarda la pronuncia. Per molti infatti la lingua più pura è la lingua toscana in bocca romana. Si esaminerà la convinzione, popolare anche tra gli stessi toscani, che il toscano sia una cattiva lingua. Nel terzo capitolo si parlerà della differenza tra la Toscana linguistica e quella geografica che è difficile cogliere ad occhio nudo e si analizzeranno poi le varie classificazioni dialettali all'intemo della regione. Successivamente si elencheranno i tratti che differenziano un'area dialettale da un'altra, una città come Siena da Arezzo, al fine di delineare la centralità linguistica che ormai è propria del capoluogo della Toscana, ovvero Firenze. Il quarto capitolo presenta il teatro in dialetto in quanto il testo scelto per l'analisi pratica appartiene al genere letterario teatrale. In Italia si ha un uso molto forte del codice dialettale nel teatro e in Toscana il teatro vernacolare ha favorito una ripresa di coscienza dell'identità dialettale. Il teatro in dialetto è un genere scritto ma destinato soprattutto all'uso orale. Il quinto capitolo propone un profilo biografico di Roberto Benigni, il quale ha realizzato un percorso artistico che può essere paragonato a quello fatto dal burattino Pinocchio, molto amato dal toscano. Tra l'altro già ai tempi del film La voce della luna, Federico Fellini aveva individuato per primo le analogie tra questi due personaggi toscani e chiamava Benigni «Pinocchietto!». Il Pinocchio appena scolpito rappresenta il Benigni di inizio carriera, quello istintivo, di Cioni Mario, delle bestemmie. Però quel Pinocchio spesso punito per i suoi eccessi, inizia a "crescere" e mira a diventare un « ragazzino perbene», accettato e rispettato da tutti. Così Benigni si avvia verso una comicità sempre più rabbonita e dal tono pacato, con un dialetto che si avvicina più a una semplice cadenza che sottolinea le sue origini toscane. Pinocchio ottiene la sua ricompensa diventando bambino di «carne e ossa» mentre Benigni grazie agli Oscar vinti diventa un'icona italiana nel mondo. Il sesto e ultimo capitolo è dedicato all'analisi del monologo teatrale Cioni Mario di Gaspare fu Giulia dello stesso Benigni. Il testo teatrale è stato scelto in base al suo apporto per la dialettologia toscana. Il monologo presenta "deviazioni" rispetto alla lingua standard e dunque verrà esaminata la forma del continuum dialettale adoperato da Benigni. In appendice si trova la versione scritta del testo teatrale del monologo risalente al 1975 da cui sono tratti quasi tutti gli esempi riportati nel capitolo. Si passerà, quindi, alla classificazione dei dati linguistici con elementi esemplificativi tratti dal monologo. Trattandosi di esempi di lingua scritta, anche se riflettono ampiamente il parlato, saranno privilegiati il livello lessicale e quello morfo-sintattico, anche se il versante fonetico-fonematicoprosodico non verrà del tutto escluso come elemento fondamentale per ogni comico dialettale italiano. Un'ultima osservazione per quel che riguarda la trascrizione fonetica, usata in questa tesi di laurea. L'ortografia normativa del codice standard non corrisponde sempre alla realizzazione dei suoni sopratutto nel caso delle consonanti occlusive sorde del toscano. Quando è stato necessario trascrivere foneticamente le parole dialettali, si è ripresa la trascrizione dell'alfabeto fonetico internazionale (IPA/ API) e questi suoni sono stati posti tra barre oblique com'è d'uso per le rappresentazioni fonologiche.
Description: B.A.(HONS)ITALIAN
URI: https://www.um.edu.mt/library/oar/handle/123456789/89440
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Dissertations - FacArtIta - 1969-2010

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