I collaboratori siciliani della rivista «Malta Letteraria» tra il 1904 e il 1937

Abstract

A cavallo tra l’800 e il ’900, sull’isola di Malta allora sotto il dominio coloniale inglese, il governo imperiale diede avvio a una politica linguistica che mirava ad accantonare l’italiano a beneficio dell’inglese e del maltese. L’italiano era stato lingua ufficiale nella pubblica amministrazione, nei tribunali e in ambito culturale fin dall’arrivo sull’isola dei Cavalieri dell’Ordine Gerosolimitano di San Giovanni nel XVI secolo. Era anche la lingua utilizzata dai ceti abbienti e professionali negli affari e nelle occasioni mondane. Alla fine del XIX secolo, Malta si presentava con un governo locale a sovranità limitata, le cui decisioni erano subordinate alle esigenze delle autorità militari nonché all’approvazione del governo imperiale. Esisteva già un sistema partitico, in cui il Partito Nazionalista poneva come basi della propria lotta politica l’autodeterminazione dei maltesi in ambito civile e la salvaguardia dell’italianità culturale. Furono proprio gli esponenti e i sostenitori di tale partito a reagire contro la nuova politica linguistica che si trasformò in una vera e propria ‘questione della lingua’ che si protrasse fino al 1937.